Come liberarsi del capo e vivere felici…Dalle 9 alle 5 orario continuato

Buongiorno a tutti! Ieri è stata per me una giornata di completo e totale relax, nullafacenza allo stato puro! E quindi, oziando spaparanzata sul divano, con il ventilatore puntato addosso, ho visto questo bel film: Dalle 9 alle 5…orario continuatoÈ un film del 1980 con Jane Fonda, Lily Tomlin e Dolly Parton nei panni di tre impiegate sfinite e ormai intolleranti nei confronti dell’odioso e maschilista capo Franklin Hart (Dabney Coleman).

La storia è questa: ci sono tre impiegate della Corporated che, volenterose e creative, cercano di apportare modifiche e migliorie all’assetto organizzativo dell’ufficio. I loro progetti vengono ogni volta buttati all’aria e distrutti dal capo. Iniziano così a pensare di sbarazzarsene mettendo nella macchinetta del caffè del veleno per topi. Una mattina Violet (Lily Tomlin) si convince di aver messo davvero la stricnina nel caffè del capo e pensano così di averlo ucciso per davvero. In ospedale, dunque, trafugano un corpo pensando fosse quello del capo per eliminare le prove che sarebbero risultate dall’autopsia. Si accorgono però di aver rubato il cadavere sbagliato e la mattina dopo addirittura vedono arrivare il capo decisamente in salute al lavoro.

Le tre sono incredule e anche sollevate per non aver commesso un crimine tanto grave, ma fanno l’errore di parlarne in bagno, dove la fidata del capo Roz (Elizabeth Wilson), le ascolta e riporta tutto a Hart che a sua volta, da buon viscidone ne approfitta per portarsi a casa la bella e ingenua Dora Lee (Dolly Parton) che presa dal panico lo incapretta con il filo del telefono.

E ora che fare? Bè quando il tuo capo scopre che lo volevi uccidere l’unica cosa logica da fare è chiaramente quella di rinchiuderlo in casa finchè non si trova una soluzione. E questo è esattamente quello che fanno le tre: lo rinchiudono nella sua camera, allontanando con una scusa la fidata Roz e la moglie per sei settimane, il tempo necessario per indagare e scoprire le frodi fiscali dell’uomo, così da avere qualcosa per cui ricattarlo.

Qualcosa va storto però e la moglie torna prima del previsto. Franklin Hart riesce a trovare la pistola con cui lo minacciavano e le costringe a liberarlo e a seguirlo in ufficio. Per le tre sembra che ormai sia finita, tanto più che non si sa in che modo Franklin era riuscito a sistemare le sue finanze. Nel frattempo, però, erano riuscite ad apportare i cambiamenti che volevano: l’orario flessibile, il part-time, il nido aziendale. Arriva in ufficio il presidente della società che non fa che elogiare Hart per l’aumento della produttività proprio grazie a queste migliorie.

Ed ecco che alla fine vi è il lieto fine: il presidente chiede (obbliga) Hart ad andare in Brasile per seguire lì lo sviluppo della società (verrà rapito da una tribù di indios e non se ne avranno più notizie), Violet viene premiata per la capacità di gestire le crisi e per la creatività, Judy (Jane Fonda) si innamora e si sposa con un rappresentante di stampanti e Dora Lee corona il suo sogno di diventare la regina del rodeo.

Bello, no? Ma non vi ricorda qualcosa? È il primo esempio in cui mi sono imbattuta di un film al femminile che viene poi rifatto/rivisto al maschile molti anni dopo. Sicuramente avrete intuito che Come ammazzare il capo e vivere felice deve molto a questo film, pur avendo sviluppato la storia con tre capi diversi e puntando molto di più sul demenziale.

Io ve lo consiglio davvero, saluti!

Eleonora.

 

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