Squid game: perché non mi è piaciuto.

NO SPOILER

Fenomeno mondiale, forte del successo della cultura coreana dell’ultimo periodo (penso a kpop e kdrama sempre più apprezzati anche in occidente), Squid Game si è proposta come serie da non perdere per nessun motivo.


Devo ammettere di aver ceduto presto: poco dopo l’uscita non c’era radio, tv o social che non ne parlasse. Scettica ho iniziato la visione della prima puntata e devo dire il mio scetticismo non è stato deluso: un protagonista con cui sembrava impossibile empatizzare (un antieroe incapace di gestire la propria vita) e nessun evento degno di nota se non una serie di fatti che dimostrano l’inettitudine del personaggio. Proprio per questo sono rimasta stupita dal tam tam mediatico attorno a questa serie. Proseguendo con le altre puntate, ammetto che la prima non è esemplificativa e poco ha a che vedere con il tenore delle altre. Detto questo se è piaciuta così tanto qualcosa di buono o di efficace c’è all’interno della storia.

C’è di sicuro qualcosa di morboso nell’attesa di vedere quale crudele gioco sarebbe stato proposto ai partecipanti, tuttavia la curiosità è ciò che mi ha spinta a proseguire la visione: volevo sapere quale livello di abominio sarebbe stato raggiunto e come il nostro eroe sarebbe sopravvissuto (sì perché tutti noi sapevamo dall’inizio che si sarebbe salvato). Ma quali scelte avrebbe fatto? Si sarebbe lasciato corrompere? Avrebbe ucciso per salvarsi o piuttosto avrebbe messo al primo posto la propria moralità?

Chi ha visto la serie sa bene quali sono le risposte e tutto ciò fa pensare un po’ alla visione pessimistica della storia di Manzoni esposta nell’Adelchi: una forza crudele regola il mondo e l’unica scelta che l’uomo può compiere è essere vittima o carnefice. “Non resta che far torto o patirlo” dunque, e il nostro protagonista da antieroe sbandato, buono a nulla e inetto diventa eroe proprio perché sceglie di giocare onestamente, cercando di non arrecare danno agli altri. Certamente si potrà opporre la scena del gioco delle biglie, ma attenzione, parliamo sempre di un personaggio del tempo moderno e di una serie tv, non di una tragedia.

Per quanto riguarda la tematica dunque, la serie non porta nulla di nuovo sotto il sole. E la parte più deludente forse, è proprio la conclusione. L’idea del protagonista che, con un taglio di capelli improbabile, decide di dare la caccia agli organizzatori per quanto mi riguarda non funziona. Insomma non riesco a comprendere il motivo di molte recensioni entusiastiche.

Alla fine, qual era il vero scopo della serie, quale la morale? A tratti non si capiva dove si volesse portare lo spettatore, anzi in alcuni casi è sembrato che gli autori abbiano voluto divertirsi mostrando scene sempre più splatter per sconvolgere il pubblico e se penso ad uno Squid game 2, oltre a morbosa curiosità non so cosa potrebbe spingermi a vederlo.

Ditemi la vostra!

Eleonora

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