Un graditissimo regalo di laurea, A beautiful mind

Buongiorno! Finalmente, dopo anni ed anni ed anni di studio è arrivato anche per me il momento della laurea magistrale. Il 28 marzo mi sono laureata. Tendenzialmente, ad ogni laurea corrisponde una festa di laurea e ad ogni festa di laurea corrispondono doni, regali, auguri e congratulazioni. Questa volta, poi, sono stata doppiamente sorpresa: persone da cui non mi aspettavo nulla si sono sperticate in auguri e doni, e poi c’è stato anche chi – ahimè parenti – che a fatica mi hanno fatto gli auguri. Ho avuto, però, anche delle conferme: il mio caro cuginetto mi ha fatto un bellissimo regalo che, a suo dire, nel titolo contiene un rimando al fatto di essere laureata; A beautiful mind.

Ora, dirò una cosa scontata ma già di per sé ricevere un dvd o un libro in regalo è sempre bello, ma in questo caso devo ammettere che non ero sicura che il film mi piacesse, considerato che abbiamo gusti quasi opposti. In questo caso, però, ci ha preso e il film mi ha entusiasmato.

Per chi non lo sapesse, A beautiful mind, è un film del 2001 diretto da Ron Howard e interpretato da Russell Crowe in cui viene raccontata la vita, romanzata, di John Nash, uno dei matematici più brillanti del Novecento, se non il più brillante. Il racconto inizia dagli anni in cui Nah è uno studente universitario a Princeton, luogo dove conosce il suo amico più fidato Charles, e dove in una tesi esporrà la sua celebre teoria dei giochi, che nel 1994 gli varrà il premio Nobel per l’economia. L’originalità del suo lavoro gli permette di ottenere un posto come ricercatore al laboratorio Wheeler al MIT di Boston. Qui, nel periodo della guerra fredda, verrà contattato dal pentagono per decifrare i codici segreti delle spie russe ed è qui che farà per la prima volta la conoscenza con William Parcher, il quale gli spiega che dei soldati russi infiltrati in America stanno trasportando una bomba atomica miniaturizzata e che comunicano tramite dei codici nascosti nelle notizie e nelle pubblicità di riviste americane. Il compito di Nash , quindi, sarà quello di leggere tutti i giornali in questione andando alla ricerca di questi messaggi segreti. Accettando questo lavoro, a John Nash viene impiantato un diodo radioattivo nell’avambraccio, diodo che riporta dei numeri identificativi che cambiano ad ogni missione.

Mentre inizia questo suo lavoro di spionaggio, il geniale matematico conosce in una delle sue lezioni al MIT Alicia, che lo invita ad uscire insieme e che alla fine lo sposerà. Incinta del loro primo e unico figlio inizia ad accorgersi che qualcosa non va: il marito è sempre più paranoico, crede che lo seguano e così viene fatto ricoverare in un ospedale psichiatrico. Lì nemmeno lui riusciva a credere al fatto di essere malato, fino a quando scavando per estrarre il diodo scopre che non c’è. Ancora una volta è Alicia a riportarlo con i piedi per terra dimostrandogli che ciò che lui credeva era falso e così lui accetta di sottoporsi a dei trattamenti con l’insulina. A Nash viene diagnosticata una schizofrenia paranoide e dopo i trattamenti, sparite le allucinazioni tra cui quelle del compagno di stanza Charles e di William Parcher, viene rimandato a casa. Le cure continuano a casa con delle pillole che però impediscono al genio di pensare come vorrebbe e come lui stesso dice nel film “gli impediscono di ricambiare l’amore della moglie”, così decide di non prenderle più di nascosto ed immediatamente riappaiono le allucinazioni con tutte le conseguenze del caso. In particolare, avviene un fatto gravissimo. Dice alla moglie che avrebbe fatto un bagnetto al figlio di qualche mese e, convinto che ci fosse una delle sue allucinazioni a badare a lui, lo lascia da solo nella vasca rischiando di farlo annegare. Quando Alicia se ne accorge vorrebbe fuggire, lasciarlo, scappare ma ancora una volta è lei che spiega a John cosa è reale e cosa non lo è e come imparare a distinguere le due cose. Chiamano il dottore che l’aveva già preso in cura, ma insieme decidono di non farlo ricoverare nuovamente, sarà Nash con la sua forza di volontà a superare questo momento. Ricontatta gli amici di un tempo contando sul fatto che stare in mezzo alla gente vera lo avrebbe aiutato a guarire e, piano piano, con il trascorrere del tempo, ignorando le allucinazione che continuano a perseguitarlo, impara a convivere con la malattia. Riprende a studiare e diventa professore di matematica, fino a quando nel 1994 viene contattato per ricevere il premio Nobel.

Si tratta di una storia straziante, è tremendo vedere un genio così perdere la testa e allo stesso tempo è commovente la forza della moglie che lo sostiene e che alla fine lo “guarisce”. Davvero una bellissima storia, ben raccontata e ben interpretata.

Poi, però, ho deciso di andare a leggere qualcosa della vera storia di John Nash e sono rimasta delusissima: per carità la realtà è sempre meno commovente della finzione, dovevo aspettarmelo. Ma la storia del film ha un che di magico che mi aveva dato speranza. Nella realtà John Nash verrà ricoverato circa otto volte, divorzierà dalla moglie per le inevitabili difficoltà date dalla malattia (la risposerà solo tempo dopo) e per di più aveva già avuto un figlio che non ha mai riconosciuto.  E quindi niente. Io continuo a preferire il film.

Spero sia piaciuto anche a voi,

Eleonora.

 

2 risposte a "Un graditissimo regalo di laurea, A beautiful mind"

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